C’è anche “Bee my Job” tra le storie di ‘sterminata bellezza’ premiate nella seconda edizione del concorso promosso da Comieco, Consiglio degli Architetti, Legambiente e Symbola.
Il premio, quest’anno dedicato alle periferie, vuole valorizzare esperienze, idee e persone che guardano al futuro del Paese con la capacità di costruire coesione sociale e di restituire speranza.
Tra circa un centinaio di candidature, Bee My Job è risultata essere una delle 13 esperienze virtuose in grado di rappresentare quello spaccato del Paese pervaso di nuova e sterminata bellezza.
Il progetto pilota di apicoltura sociale e urbana che unisce integrazione e ambiente, lavoro e dignità, impegno e opportunità è salito sul secondo gradino del podio nella categoria “La bellezza dei gesti” “per aver messo in connessione le potenzialità occupazionali di un settore in crescita della green economy con il diritto all’integrazione e all’apprendimento per le persone rifugiate, favorendo così processi territoriali virtuosi sia da un punto di vista ambientale che di crescita di comunità inclusive e solidali.”
Il progetto,infatti, offre occasioni concrete di formazione professionale e inserimento lavorativo in apicoltura, settore agricolo in attivo e con richiesta di manodopera, tramite il coinvolgimento di associazioni apistiche e agricole di rilievo e l’attivazione di misure di incentivi alle aziende. Beneficiari diretti sono i richiedenti asilo e rifugiati che sono accolti o prossimi all’uscita dai progetti di accoglienza.
Il premio, ritirato il 31 marzo a Roma, arriva in una fase di grande entusiasmo e fermento per APS Cambalache.
Si è appena conclusa, infatti, la formazione dei 25 beneficiari di “Bee My Job 2.0” che, in queste settimane, inizieranno i loro percorsi di inserimento lavorativo nelle aziende aderenti al progetto.
Si sta per aprire, insomma, una nuova stagione apistica di sterminata bellezza.