Il 20 maggio è la Giornata Mondiale delle Api che viene festeggiata in 115 Paesi del mondo. Una celebrazione istituita dalle Nazioni Unite nel 2017 e celebrata per la prima volta il 20 maggio 2018, su spinta della Slovenia che molto si è spesa per la salvaguardia delle api in un Paese dove l’apicoltura è fortemente diffusa, così come è profonda la sensibilità per i temi ambientali.
Purtroppo in appena 30 anni, dal 1980 al 2010, la popolazione mondiale delle api si è ridotta del 36%, soprattutto a causa dell’utilizzo di prodotti chimici in agricoltura, insetticidi e pesticidi. L’Unione Europea è corsa ai ripari, vietando l’uso di sostanze particolarmente nocive, ma ancora molto c’è da fare per salvaguardare questi straordinari animali da cui dipende la conservazione della flora e il mantenimento della biodiversità.
In occasione della Giornata Mondiale delle Api APS Cambalache, in collaborazione con Api Romane, ha ideato un quiz per far conoscere meglio questi straordinari animali, il miele che producono e i pericoli che corrono soprattutto a causa dell’inquinamento.
Il quiz è stato online un’intera giornata e ha visto la partecipazione di quasi 100 persone. Qui è possibile conoscere il podio. I VINCITORI DEL QUIZ SULLE API
Ed ecco di seguito le domande e le risposte, che vi consentiranno di approfondire le varie tematiche.
Curiosità sul MIELE
Come si può verificare che un miele sia stato adulterato?
Non esistono metodi casalinghi fai da te per riconoscere un miele contraffatto! L’unica garanzia che abbiamo come consumatori è nell’etichetta che ci consente di conoscere la tracciabilità, l’origine geografica e botanica, se si tratta o meno di una miscela di mieli, la data di produzione e quella di scadenza.
Se non si conosce un apicoltore di fiducia e si hanno dubbi, si può far analizzare un campione presso laboratori di analisi specializzati.
Tutti i mieli cristallizzano?
La cristallizzazione è un processo naturale del miele, ma non tutti i mieli cristallizzano e non tutti rimangono liquidi! Il miele di acacia ad esempio non cristallizza mai, al contrario il miele di edera cristallizza già all’interno del favo. La differenza fra i due è nella naturale composizione zuccherina.
Per fare il miele cosa cercano le api sui fiori?
I fiori, per farsi impollinare, attirano le api tramite colori, forme e odori. Le api vengono così indirizzate verso particolari organi situati di norma alla base dei petali dove possono suggere il nettare, ovvero quel liquido zuccherino che esse trasportano nell’alveare dove le altre api operaie lo lavorano aggiungendo enzimi e immagazzinandolo per farlo maturare nelle celle dei favi e trasformandolo così in miele.
Il miele viene fatto solo con i fiori?
Oltre al miele di nettare, le api producono il miele di melata. La melata è una particolare sostanza zuccherina, prodotta in seguito all’intervento di alcuni insetti parassiti che succhiano la linfa delle piante trattenendo le sostanze azotate in essa contenute e rilasciando la parte zuccherina. Le api attirate da questa sostanza dolce, ricca di sali minerali e di zuccheri complessi molto diversi da quelli presenti nel nettare dei fiori.
In Italia, le piante dove le api possono trovare la melata sono alberi decidui come la quercia, il faggio ed il pioppo, ma anche il tiglio, gli alberi da frutto, il castagno e molti altri, come pure le conifere tra cui l’abete, il pino e il larice.
Curiosità sulle API
Strano, ma vero: le api hanno… 2 grandi occhi composti e 3 semplici sulla fronte!
La visione delle api del mondo circostante avviene attraverso due grandi occhi composti situati ai lati della testa formati da 5.000 elementi lenticolari di forma esagonale utilizzati per la visione a distanza e da tre piccoli occhi semplici situati sulla fronte utilizzati per la visione ravvicinata e la percezione della radiazione solare. Inoltre, lo spettro visibile percepito dalle api va dal giallo all’ultravioletto, diversamente dagli uomini che percepiscono le frequenze dal rosso all’azzurro.
È vero che le api bevono?
Le api bevono e anche molto! L’acqua viene sia bevuta direttamente dalle api adulte sia utilizzata per preparare la nutrizione per le larve e anche per la termoregolazione all’interno dell’alveare. Si stima che il fabbisogno giornaliero di una colonia di api possa arrivare ad un litro d’acqua, ma può arrivare anche a 5 litri quando il clima è particolarmente torrido.
L’acqua viene trasportata all’interno dell’alveare da api particolarmente specializzate chiamate “acquaiole”: il loro compito è di distribuire l’acqua alle altre api e di spargerla sulla superficie dei favi per rinfrescarli.
Le api sono essenziali per l’impollinazione: qual è la percentuale di colture alimentari mondiali che vengono impollinate grazie al loro lavoro?
Il lavoro delle api è essenziale per oltre il 75% delle colture alimentari mondiali, percentuale che sale all’84% delle specie coltivate in Europa!
Una ricerca finanziata dall’UE stima il valore dell’impollinazione da parte di insetti, in particolare le api, pari a 153 miliardi di euro l’anno. Questa stima riguarda solo le principali colture utilizzate nel mondo per il consumo umano come la frutta e gli ortaggi, ma non tiene conto della produzione di colture che vengono consumate dagli animali da pascolo, delle piante per i biocarburanti, della produzione di semi per fiori ornamentali e dell’impollinazione delle piante selvatiche: per questo il vero impatto economico su scala globale di una totale perdita dei servizi di impollinazione rimane incerta. Purtroppo, le api stanno diminuendo in tutto il mondo; per questo in alcune aree agricole i coltivatori devono già importare le api per garantire l’impollinazione delle proprie colture.
Se ci si ferma ad osservare un campo di fiori si vedono tanti tipi di api, bombi, vespe e altri insetti a strisce. Sono tutti insetti impollinatori e quindi tutti fanno il miele?
Anche se esistono tantissimi insetti impollinatori, l’unica specie fra questi che produce miele è l’ape mellifera, del genere apis, allevata dall’uomo da tempi immemori. L’apis mellifera è diffusa in quasi tutto il mondo differenziandosi in tante sottospecie con diverse caratteristiche morfologiche e comportamentali: in Italia la più diffusa è l’ape mellifera ligustica, apprezzata per la sua mansuetudine e produttività.
Curiosità sugli EFFETTI DELL’INQUINAMENTO E DEI PESTICIDI SULLE API
Avrai sentito dire dai media che le api sono a rischio di estinzione, ma di quali api si tratta:
Purtroppo, a sparire sono sia le api allevate (le api mellifere) sia quelle selvatiche e tantissimi altri insetti impollinatori. Le cause di questo vero e proprio disastro ecologico su scala mondiale sono molteplici: cambiamenti climatici sempre più drastici e repentini, pesticidi e agrofarmaci che creano mix mortali nell’ambiente, il propagarsi di monocolture che azzerano la biodiversità vegetale in vaste aree del pianeta facendo mancare fonti di pascolo agli insetti impollinatori.
Quali sono, per le api, alcune delle conseguenze dell’utilizzo dei pesticidi?
- Morte
- Disorientamento
- Problemi di fertilità
Purtroppo, gli effetti tossici di alcuni agrofarmaci o dei loro mix sulle api non si fermano solo a quelli elencati.
I meccanismi di avvelenamento da pesticidi o erbicidi sono vari e non sempre avvengono per contatto diretto come quando, ad esempio, le api si trovano a bottinare in campo durante i trattamenti o bevendo acqua o rugiada contaminata. Esiste anche un meccanismo indiretto, tramite nettare o polline contaminati da agrofarmaci “sistemici”, cioè presenti all’interno della pianta. Il nettare e il polline così trasportati all’interno dell’alveare intossicano la covata, portando all’indebolimento e alla morte dell’intera colonia.
Quali sono gli effetti di questi veleni sulle api? Danni neurologici che possono andare dal tremolio fino alla paralisi, perdita di orientamento e di memoria, sterilità, disfunzioni del comportamento sociale.
Nel 2018 è stato messo al bando l’utilizzo dei 3 insetticidi neonicotinoidi più dannosi per le api, questo vuol dire che le api ora sono salve?
Grazie anche alle tante petizioni indirizzate alle istituzioni europee, si è ottenuto il bando permanente di tre insetticidi neonicotinoidi dannosi per le api: ma a livello europeo non è mai entrata ufficialmente in vigore l’applicazione di standard per la valutazione dei rischi dei pesticidi, nonostante l’Efsa (European Food Safety Authority) abbia già dettato le linee guida nel 2013. Ad oggi l’utilizzo dei tre insetticidi menzionati resta consentito all’interno di serre o per la concia di sementi ed è ancora consentito l’uso di altri neonicotinoidi la cui sicurezza non è stata comprovata.
Curiosità sull’APICOLTURA URBANA
Si possono allevare le api in città?
L’apicoltura nei centri abitati è permessa grazie ai regolamenti che troviamo all’interno della legge del 24 dicembre 2004, n.313, tranne nei casi in cui vi siano regolamenti comunali contrari.
Non servono permessi speciali: l’unico obbligo è quello della registrazione delle arnie nella banca dati apicoltura.
Se volete avvicinarvi all’apicoltura urbana il nostro consiglio è di seguire prima un buon corso di apicoltura di base. Contattate l’associazione di apicoltura del vostro territorio o… “Api Romane” per qualche consiglio!
Bella l’apicoltura urbana, ma è solo una moda degli ultimi anni e come tutte le mode passerà.
L’apicoltura urbana in Italia non è di certo una moda degli ultimi anni! Ne è prova la presenza di arnie a Torino nei primi del ‘900. Come in tutto il mondo anche nelle nostre città si sta registrando un incremento di apicoltori cittadini, perlopiù per autoconsumo, testimoniando che il bisogno di un rapporto diretto con la natura per l’abitante della città è sempre più diffuso. Ci auguriamo che una buona pratica dell’apicoltura urbana diventi un volano per la biodiversità nelle nostre città.
Se trovi uno sciame di api sul tuo terrazzo, come ti comporti?
- Vai in ferramenta a cercare dei prodotti adeguati al problema
- Chiami un apicoltore
- Chiami i vigili del fuoco
Chiamare un apicoltore per rimuovere lo sciame è la risposta corretta! In questo modo salveremo una colonia di preziose api che verranno accudite da mani esperte. Basta cercare informazioni sul web o chiamare una associazione apistica locale che vi aiuterà sicuramente.